Martano: ieri i funerali del piccolo Danilo
Lo hanno accompagnato fino al cimitero sorreggendo la piccola bara bianca per mano, proprio come si usa fare con un bambino, fra due ali di folla emozionata. In questo modo, Danilo Colagiorgio, il neonato di Martano deceduto all’età di tre mesi, presso l’Ospedale di Casarano, per cause ancora da accertare, ha compiuto l’ultimo viaggio della sua breve esistenza verso il cimitero. A sostenere il piccolo feretro sono stati gli amici dei genitori, Giampaolo e Monica Marsella. Solo un bouquet di fiori bianchi di papà e mamma sul coperchio della bara e tante lacrime. Ognuno ha partecipato e pianto un dolore differente, che ha colpito l’intero paese.
Quando muore un neonato la commozione per una creatura piccola ed indifesa non può lasciare indifferenti, anche se lontani da sentimenti più profondi. Inimmaginabile, pensare che campane a morto possano suonare per annunciare una così breve esistenza. Il piccolo era stato ricoverato per un intervento che si considera di routine per un neonato: occlusione del condotto spermatico. Qualcosa non deve essere andato per il verso giusto e, per il piccolo Danilo non c’è stato nulla da fare. La piccola chiesa dell’Immacolata, sul largo Santa Sofia, non può contenere la grande folla che ha partecipato alla cerimonia funebre (la parrocchia della Madonna del Rosario è inagibile per lavori sul sagrato ndr). Perciò, sono molti che la seguono la funzione dall’esterno. Il parroco, don Donato Manca, nella sua emozionata omelia parla (si deve interrompere numerose volte), invita a cercare il conforto nella fede, di fronte al disegno di Dio, incomprensibile dalla mente umana, capisce che “sono drammi troppo grandi per noi uomini”. Ma, comunica, “sappiate che Dio vi è affianco, non siete soli, siamo chiamati a vivere anche queste esperienze dolorose”.
I bambini “sono la gioia della vita di ogni genitore, dei nonni, dei famigliari, sono loro che sanno essere veramente sinceri, veramente entusiasti della vita, perché sanno ascoltare, perché soni i giusti”. L’adulto, invece, difficilmente può vedere con occhi sinceri la realtà della vita, “il bambino- viceversa- è sincero e spontaneo, guarda la vita con occhi diversi dall’adulto che molte volte lo dimentica”. Perciò, “chi non conosce serenità e sorriso difficilmente può aspirare alla felicità”. Ecco, mancherà tutto questo ai genitori di Danilo. Ma, comprende che, proprio per questo, “è difficile controllare questi momenti, è difficile guardare in faccia la nuova realtà”. Certo è che “vostro figlio non vi abbandonerà, il vostro piccolo angelo sarà con voi ogni momento della vita, la forza di superare questo dolore ve la darà proprio il povero Danilo”. I genitori, invoca, “abbiano la forza di affidare alla misericordia di Dio il loro piccolo, il Signore diventi la vostra forza”.
La messa finisce. Sul sagrato, don Donato benedice la piccola bara ed anziché recitare il Requiem, come ultimo atto della liturgia, suggerisce di accompagnare Danilo con la preghiera dell’”Angelo di Dio”. Si, perché non può essere diverso, il piccolo Danilo è- certamente- un frugoletto di angelo.
Fernando Durante