Martano: il Pd accusa la maggioranza di “parentopoli” sulla nomina degli scrutatori
Il Partito Democratico di Martano ha denunciato pubblicamente la procedura “familiare” della nomina degli scrutatori avvenuta sette giorni or sono nella Casa Comunale.
Il Pd aveva precedentemente chiesto che fosse scelto il metodo del sorteggio per procedere poi alla nomina degli scrutatori in vista delle elezioni europee del 25 Maggio prossimo.
Il regolamento prevede, per quando assurdo, la nomina degli scrutatori direttamente dai componenti della commissione elettorale comunale. Per ovviare a questa stortura legislativa e per dare un profilo di equità e trasparenza all’operato del Consiglio Comunale e della Pubblica Amministrazione in generale il Partito Democratico ed il gruppo Cambia Martano avevano chiesto il sorteggio con preferenza dei giovani e dei disoccupati.
La maggioranza guidata dal sindaco Coricciati, sorda alla richiesta delle minoranze e forte della legge, ha scelto comunque di andare avanti con la nomina diretta senza il filtro “sociale” proposto. La minoranza, invece, ha scelto i nomi seguendo il metodo del sorteggio.
Si è consumato in questo modo “l’ennesimo schiaffo alla democrazia da parte dell’Amministrazione che ha scelto tra gli altri parenti e amici” sostiene per il Pd il consigliere comunale Cesare Caracuta.
Da parte sua il consigliere Ciccio Vitto, componente della maggioranza nella commissione elettorale risponde a muso duro alle accuse della minoranza rivendicando il rispetto del regolamento e gettando ombre sul sorteggio effettuato dal consigliere Caracuta, reo, a suo dire, “di aver preparato a tavolino il sorteggio”.
Non si è fatta attendere la risposta di Caracuta che ha dichiarato: “ho effettuato il sorteggio con trasparenza davanti ai dipendenti comunali incaricati di gestire e presenziare l’operazione di nomina degli scrutatori, se il consigliere Ciccio Vitto si è allontanato come fa a sostenere ciò? La responsabilità della sua assenza è una sua mancanza non una mia colpa”.
La querelle continuerà con batti e ribatti ma resta agli atti un messaggio inopinabile: la trasparenza nella gestione amministrativa non è di casa nel Palazzo di Città.
Fabio Tarantino
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Giusto per precisare: come sempre, da quando sono stato eletto, non ho partecipato a questa “spartizione”.
Nemmeno sono mai stato contattato dalla maggioranza per comunicare miei “suggerimenti”, ammesso che fossi d’accordo sul metodo.
Evidentemente, altri assessori e consiglieri hanno potuto usufruire anche di ciò che a me non è stato concesso.
Rimane comunque vergognoso, specie di questi tempi, che non si scelgano criteri di equità sociale, come un sorteggio tra iscritti alle liste disoccupati.