Martano: “litigi postali” animano gli uffici pubblici
Riflessioni sul “modus vivendi” dei cittadini.
Gli antichi greci indicavano genericamente con il termine “barbaro” gli stranieri, cioè coloro che non si esprimevano in greco e, in un senso più ampio, non condividevano la cultura ellenica; “barbare” furono per antonomasia quelle popolazioni che, dalle loro terre di origine situate nell’Europa del nord, scesero a ondate nell’Impero Romano, contribuendo –con guerre, saccheggi e distruzioni- alla sua dissoluzione.
Oggi, il sostantivo “barbaro” è normalmente utilizzato nelle accezioni negative di “selvaggio” ed “incivile”.
E’ il termine che mi sovviene ogni qualvolta mi ritrovo ad assistere ad un alterco in un ufficio pubblico. Scene di sfacciata tracotanza sono offerte, quotidianamente, dagli uffici postali.
Il cliente ha sempre ragione, recita il detto popolare. Peccato che si voglia spesso far valere la propria argomentazione urlando.
Lamentare un disservizio con misurata moderazione è segno di indubbia civiltà, educazione e rispetto; al contrario, alzare la voce, sbuffare a ogni pie’ sospinto, pretendere l’impossibile, ricorrere a termini infelici se non lo si è ottenuto e, ciliegina sulla torta, uscire di scena sbattendo la porta, è sinonimo di grossolana cafoneria. Ditemi, che razza di esempio costituisce per i bambini che accompagnano genitori e nonni? Di certo molto poco ammirevole!
Vi e mi dispenso dall’elencare le molteplici cause di lite, che, suppongo, avrete avuto modo di appurare con i vostri orecchi. Una su tutte, forse la peggiore: la scritta “guasta” (non a caso in rima con funesta!), affissa sulla centralina che smista gli utenti in base all’operazione che si desidera effettuare, regolando turni e priorità. Nel suddetto caso, l’ardire di certe beghe sarebbe tale da mettere in fuga persino un rapinatore.
Un metodo di soluzione civile delle controversie contempla da un lato cortesia e chiarezza dell’operatore, e pazienza del cliente dall’altro.
Ben diversa appare la situazione il sabato, giorno in cui si registra un minore afflusso di gente e, di conseguenza, un servizio celere ed una maggiore distensione degli animi.
Affinchè gli sportellisti siano messi nella condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro, si invita chiunque voglia ingannare l’attesa conversando a mantenere un tono di voce pacato ed un gergo sobrio.
Si raccomanda, infine, un’ordinata disciplina in materia di parcheggi ed una vigile attenzione durante tutte le manovre, soprattutto se l’ufficio postale è situato in prossimità (o prospiciente, nel caso di Martano) di edifici scolastici.
Sperando di non incappare in ulteriori litigi –spesso futili e frivoli-, mi congedo.
Maria Luisa Stomeo
Non credo sia una mancanza di rispetto ma un disservizio vero e proprio!
le file automatiche funzionano a giorni alterni, alcuni impiegati meglio impiegate vecchie, non conoscono nemmeno la tastiera e sono lente, lente…
e i nuovi entrati poì…
Caro Claudio, La ringrazio per il suo intervento.
Sicuramente Lei ha ragione ma, se nota bene, non faccio riferimento alla professionalità e competenza del personale, dato che l’articolo focalizza l’attenzione sul “modus vivendi” di alcuni concittadini. Per cui, intenda questo articolo come un richiamo alla compostezza ed al contesto di coloro i quali dimenticano facilmente l’educazione, spesso per motivi futili.
In una circostanza, mi creda, in cui ho assistito al litigio tra due donne che si contendevano la priorità, mi sono vergognata così tanto per la loro cafoneria che ho atteso il mio turno nell’atrio. Faccia lei.
Se ci fosse stata organizzazione e competenza in questo ufficio postale…
I maleducati avrebbero scelto un altro posto per litigare ! Tranquilla Luisa sacciu ce dicu!
Ah complimenti per gli ultimi 3, 4 impiegati 🙂 svelti eh si si ..
I loro volti li conosciamo!
Gentile Luca,
come già specificato, non metto in dubbio la sua esperienza negativa nè quella del signor Claudio…infatti, se nota bene, da un lato parlo dell’educazione dei clienti, dalla’altro dell’auspicata CHIAREZZA da parte degli operatori postali: un venirsi incontro.
Tuttavia, nulla giustifica un linguaggio maleducato nè un tono di voce alto, pretenzioso e cafone. E mi riferisco soprattutto quando si litiga tra ‘noi’ stessi, o quando il furbo di turno scavalca tutti gli altri. e mi creda, accade.
Detto questo, tra le operazioni da me effettuate non mi è mai capitato di registrare inefficienza, per cui non mi è parso corretto scrivere di qualcosa di cui non so, e solo per sentito dire. Ed infatti i commenti servono proprio a questo, affinchè ognuno possa dire la sua… ed è giustissimo che Lei registri la sua esperienza negativa!
La saluto!
Ahi ahi, tristemente vero anche nel mio paese di Campi S.na … anche se tenderei ad essere più indulgente nei confronti di quelli che perdono le staffe, perché in linea generale a volte si tratta di cafoni, mentre in altri casi il comportamento irrispettoso può essere legato a uno stato di stress o frustrazione e non semplicemente a maleducazione. Sì che senz’altro dovremmo essere tutti più comprensivi verso l’altro, ma il problema è a monte, senz’altro identificabile anche nel retaggio etnologico e culturale che “ci invita” all’aggressività come strumento d’espressione più efficace (niente di più contorto!): a tal proposito, illuminante chiamare in causa la Storia e i Romani! 🙂 articolo sagace, interessante e molto ben scritto. Bravissima Maria Luisa Stomeo!
Beh, senza dubbio, piu rispetto tra i cittadini non guasterebbe, complimenti per l’articolo, che spiega (in maniera precisa) le dinamiche che si verificano non solo alle Poste -come in questo caso- ma in ogni ufficio pubblico! Saluti a tutti! L. M.
una penna geniale!!