Melendugno: il consiglio comunale respinge la TAP
Accade a volte, purtroppo raramente, che le istituzioni riescano a sintonizzarsi con il territorio, raccogliendone le istanze, le esigenze.
È successo, questa pagina non dovrebbe rappresentare un’eccezione, ieri a Melendugno, con il consiglio comunale che ha votato all’unanimità una proposta di deliberazione congiunta dei gruppi consiliari che nega “autorizzazioni, nullaosta, pareri, varianti urbanistiche di competenza del comune di Melendugno alla TAP (Trans Adriatic Pipeline), la società che vorrebbe realizzare il gasdotto che attraccherebbe a San Foca, località Punta Cassano. Non è un miracolo quello che è successo, bensì il risultato di una mobilitazione che in questo periodo ha trovato antenne più sensibili, il 6 maggio i cittadini di Melendugno sono chiamati al voto, primo test politico senza Vittorio Potì.
Una presa di posizione quindi, un po’ tardiva, ma che non scalfisce minimamente l’efficacia, la portata. Il provvedimento ha il merito di delineare un indirizzo politico chiaro, mettendo nero su bianco la contrarietà delle popolazioni locali al gasdotto. Viene ribadito “che lo sviluppo socio-economico di questo tratto di costa salentina, basato esclusivamente sulle potenzialità naturali”, mal si concilia con l’infrastruttura che la società TAP vorrebbe realizzare. Inoltre viene scritto a chiare lettere nel documento che “la preservazione di questi interessi, unitamente a ciò che ne costituisce la fonte, non può essere compensata con alcun indennizzo e/o contropartita di tipo economico”.
Parole inequivocabili, su cui sarà difficile tornare indietro. Quella di ieri quindi è stata una giornata importante per le associazioni impegnate sul fronte della protesta. Il risultato ottenuto incoraggia a non fermarsi, per i ragazzi dell’associazione Tramontana “ è un importante passo avanti, un tassello da cui riparte la mobilitazione. Adesso sarà più facile spiegare le nostre ragioni agli altri enti che dovranno decidere sull’opera”.
La delibera verrà trasmessa anche al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. La speranza è che non si adotti il solito metodo. Quello di ignorare la volontà delle comunità locali. Sarebbe un segnale importante, anche alla luce di ciò che accade oggi in Italia.
Marco Termo