Migranti a Nardò sgomberati prima della visita del ministro
Galati (Sel): «Il sindaco Risi ha passato il segno: ordinanza frutto di xenofobia»
Xenofobia e razzismo: sono questi i sentimenti che sembrano aver ispirato l’ordinanza stilata dal sindaco di Nardò, Marcello Risi, con la quale si dà disposizione alla polizia municipale di sgomberare l’area dell’ex falegnameria attualmente occupata da migranti stagionali impegnati nella raccolta di angurie e pomodori. Lo afferma il consigliere regionale di Sel, Antonio Galati, che ripercorre gli episodi degli ultimi anni nell’amministrazione comunale neretina.
«Sel ha resistito finché era possibile in questa maggioranza, per senso di responsabilità e cercando di controbilanciare i sentimenti xenofobi di una parte della maggioranza, ma di fronte a diritti umani calpestati non ci sono laboratori politici che tengano: l’amministrazione Risi ha ormai passato il segno.
L’amministrazione Risi ha chiuso masseria Boncuri che, pur con tutti i suoi limiti, è stata per i migranti un’area di accoglienza e auto-organizzazione nella quale è partito lo sciopero guidato da Yvan Sagnet e sono state spiccate le denunce contro i caporali.
L’amministrazione Risi non si è costituita parte civile nel processo “Sabr” contro i caporali stranieri e i padroni italiani che sfruttavano i migranti nelle campagne; una decisione che non solo ha mancato un appuntamento con la storia, ma in più ha piegato al galleggiamento elettorale un’intera città, da sempre attenta all’accoglienza e ai diritti umani.
L’amministrazione Risi ha tenuto nel cassetto il bando per lo sportello d’accoglienza riservato ai migranti, finanziato da fondi regionali nell’ambito del piano sociale di zona, salvo poi “scongelarlo” in fretta e furia quando il sottoscritto gliene chiese pubblicamente conto.
L’amministrazione Risi ha allestito un campo con fondi pubblici (e un contributo privato irrisorio) che è distante chilometri e chilometri dai luoghi nei quali i migranti contrattano il proprio ingaggio; una scelta che sembra figlia dei sentimenti xenofobi e razzisti di una parte della maggioranza, che vorrebbe vedere i migranti confinati il più lontano possibile dall’abitato di Nardò.
Con la stessa logica xenofoba e razzista l’amministrazione Risi promulga ora un’ordinanza di sgombero dell’ex falegnameria che chiunque vede essere frutto dell’annunciata visita di domenica prossima del ministro dell’integrazione Cécile Kyenge: la polvere (in questo caso la mancata accoglienza degli immigrati) va messa sotto il tappeto.
Poco conta che nella stagione di raccolta che ormai volge al termine i braccianti abbiano dormito nella migliore delle ipotesi sotto gli ulivi, in condizioni igienico-sanitarie spaventose. Ciò che conta è far trovare le campagne di Nardò in ordine per la visita delle telecamere al seguito del ministro.
Chiediamo all’amministrazione Risi un sussulto di dignità (se non di vergogna): a prescindere da quanto deciderà il comitato per l’ordine e la sicurezza convocato in queste ore dalla Prefettura, è evidente la gravità estrema dell’azione politica del sindaco Risi: comprendiamo che nella sua maggioranza vi siano anime post-fasciste e esponenti vicini agli imprenditori sotto processo, ma tra l’accondiscendenza ai sentimenti xenofobi e razzisti, da un lato, e la tutela della dignità umana, dall’altro, ogni esponente politico che si dice “democratico” non dovrebbe avere dubbi»
La Redazione