Nel Porcile di Facebook: il libro documentario di Pino Cannoletta
Ho pensato molto, forse troppo, prima di pubblicare il libro di Pino Cannoletta: “Nel porcile di facebook”. Sarà passato- forse- più di un anno dalla ricezione della e-mail che lo conteneva. Una ricerca che rasenta i limiti del volgare e, il più delle volte, lo supera anche. Ebbene, il mio editore ed io siamo rimasti tanto tempo ad interrogarci se pubblicarlo o no. E, considerato che i colloqui registrati da Cannoletta sono stati espunti proprio da Facebook, per non calcare lo stesso terreno e rendere facile la lettura, nel rispetto del lavoro che ha fatto il buon Pino, abbiamo deciso di pubblicare il pubblicabile, escludendo i contenuti dei colloqui del libro. La storia comincia con questa e-mail.
ciao Fernando, ti invio il file dell’ebook. Chiaramente, è difficile scrivere qualcosa se prima non lo leggi. Risulta molto interessante per capire sia i pericoli che può nascondere Internet con i suoi social Network che il livello culturale e sociale degli italiani (= ciarpame). Il libro è conseguenza di uno scherzo che volevo fare ad un amico. Ho realizzato un falso profilo di donna per “sedurlo”. Improvvisamente e inaspettatamente, sono stato contattato da altri profili di donne, incominciando un viaggio in quello che definisco Porcile di Facebook. Sono stato contattato da maniaci, pervertiti, donne vere e presunte. Il loro profilo era (ed è ancora) pieno di foto pornografiche che possono essere viste anche da bambini. Si tratta di una situazione decisamente peggiore dei siti porno dove, quantomeno si preoccupano di avvisarti che stai per andare su un sito per adulto e ti chiedono se sei maggiorenne. Spesso mentre chattavi (pensavano fossi donna) inviavano foto pornografiche, le stesse foto che inseriscono nella loro bacheca. è capitato di vedere foto che ritraevano rapporti tra donne ed animali. Ho segnalato queste foto a Facebook con il risultato di essere bloccato per 2 giorni perchè segnalavo troppe foto. Dai un’occhiata all’ebook (può essere scaricato al sito
http://www.compraebook.com/586/Nel-Porcile-di-Facebook ) e, se lo ritieni, potremo incontrarci: ho molti aneddoti che posso raccontare.
Un abbraccio, Pino.
Qui finisce la comunicazione ed inizia il libro.
Introduzione
Questo libro, se mai avesse avuto una vita precedente, sarebbe potuto essere la tela di omerica
creazione. Tutto è nato per caso…
In un momento di scarsa operosità, abbiamo impegnato del nostro tempo per ideare uno scherzo ad un nostro poco simpatico amico. È avvenuta in questo modo la nostra conoscenza di facebook. Profilo falso con foto di ragazza intrigante, corteggiatrice spudorata della nostra vittima. Poi, le vittime siamo diventate noi. Presi di mira da pervertiti, maniaci, inondati da frasi e immagini oscene. Alla fine, quelle chat sono diventate materiale prezioso per realizzare un libro. Sono state lette, rilette, selezionate, ridotte. Si voleva mettere a conoscenza genitori, incapaci e distratti, dei rischi che potevano correre i loro figli mentre sacrificavano la loro adolescenza a chattare
trascurando studio e incontri genuini. Nell’elaborazione dell’opera, succedeva una cosa insolita. Lo scritto da noi creato, e che doveva accompagnare e completare le conversazioni, letto il giorno seguente piuttosto che impreziosire l’opera la rendeva meno affascinante. Ed ecco tornare Penelope per disfare tutto e ricominciare a tessere. Questo per diversi giorni. Finalmente abbiamo capito. Erano le chat ad essere eccezionalmente interessanti, volgari ma affascinanti nello stesso tempo, un incredibile mix di reale e irreale. Nel momento in cui diventavano comprimarie con altro scritto, scomparivano dalla scena, per conservarne il valore dovevano essere protagoniste assolute. Abbiamo deciso, nello scrivere questa opera, di utilizzare, al contrario di quanto succede in un trattato o un saggio, un linguaggio semplice, comprensibile a tutti. Questo perché vogliamo che venga letta e compresa da un maggior numero di persone possibili e non rimanga dote di pochi
esperti. Non esiste individuo, nella società occidentale, che non abbia dovuto fare i conti con internet. Dall’acquisto on line, alla pratica Inps, al computer bloccato alla posta. Sicuramente stiamo parlando della più coinvolgente e stravolgente invenzione degli ultimi anni. Poi vi sono quelli, un numero sempre più grande, che hanno cambiato il proprio stile di vita e che con internet si informano, trovano amici perduti e nuovi, fanno affari.
Come tante innovazioni tecnologiche, internet ha permesso un miglioramento della qualità nella vita delle persone, ma allo stesso tempo rappresenta una minaccia per chi non riesce ad usufruire in maniera adeguata. È doveroso sottolineare come l’uso improprio costituisce, specie laddove sono presenti fattori psicopatologici latenti, un reale rischio per l’individuo. In particolare l’abuso e la successiva dipendenza da internet rappresentano le minacce più pericolose e probabili che, non di rado, possono minare la sfera sociale, psicologica, lavorativa, ed affettiva dell’individuo. Quante volte, abbiamo acceso il pc per pochi minuti, giusto il tempo per controllare la posta e quei pochi minuti sono diventati un ora? Le molte ore trascorse a “navigare” vengono sottratte ai propri cari (partner, figli, genitori, amici, studio, lavoro). L’opportunità di trovare, in rete, la risposta a qualunque dubbio, porta le persone ad isolarsi ancora di più, sopprimendo i già scarsi rapporti sociali. La casalinga che scioglie, grazie ad internet, i suoi dubbi, circa la realizzazione di una ricetta, si priva della circostanza di incontrare l’amica o la vicina cui, oltre chiedere gli opportuni chiarimenti, potrebbe confrontarsi con una serie di problematiche quali educazione dei figli, rapporti di coppia, ecc. Inoltre, come ampiamente riportato dagli organi d’informazione, le ripercussioni negative che la dipendenza da internet può produrre in un individuo possono avere conseguenze negative nella: sfera sociale e familiare. Dove l’individuo viene completamente assorbito dalla realtà virtuale a
scapito degli affetti familiari. L’isolamento che ne consegue mina il rapporto col partner, mette in crisi la coppia, può essere causa di separazioni o divorzi; sfera lavorativa e scolastica. Molti usano internet sul luogo di lavoro sottraendo ore lavorative alla
propria azienda, mentre i ragazzi trovano più soddisfacente la navigazione su internet rispetto allo studio.
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L’uso del computer fino a ora tarda riduce considerevolmente le ore destinate al sonno con evidenti effetti negativi sulla vigilanza, l’attenzione e la capacità di concentrarsi;
sfera della salute. L’eccessivo tempo dedicato al computer può causare mal di schiena, mal di testa, affaticamento degli occhi, disturbi del sonno, oltre alle normali problematiche causate dalla vita sedentaria. Ancora più pericolose risultano essere le chat. Si comincia per passare il tempo, per conoscere nuovi amici, perché è la moda del momento, poi si finisce per diventare chat-dipendenti, quella che gli psicologi definiscono “sindrome da chat” che spinge gli utenti a passare sempre più ore davanti al PC, correndo il rischio di rimanere fuori dalla realtà. Per la chat, si trascura tutto: affetti, amicizie, studio, lavoro. Infatti, chattare sta diventando l’occupazione preferita sul posto di lavoro. Sono state
calcolate in 31 milioni le ore lavorative che, in un anno, vengono utilizzate nelle chat line. Il 63% chatta dal posto di lavoro perché insoddisfatto o in contrasto con i superiori; il 73% si dichiara insoddisfatto in generale. Questo tempo sottratto al lavoro costituisce, per le aziende, un costo pari a 500 milioni di euro all’anno. Quanto scritto finora non stupirà nessuno. Sono notizie e considerazioni a tutti note. Quello che, invece, ci ha convinto a scrivere quest’opera, come già evidenziato, sono state alcune chat che ci hanno visto, nostro malgrado, protagonisti. ma soprattutto vittime, di pervertiti che hanno trovato in
internet, in generale, e in facebook, nel nostro caso, terreno fertile. Questo libro vuole mettere a conoscenza genitori irresponsabili ed incoscienti, in tutt’altre inezie affaccendati, dei pericoli che possono incontrare i loro figli e, nello stesso tempo, ribadire il diritto di ogni individuo a non essere molestato né con frasi né con immagini oscene.
Scherzando
Questa è la storia di un viaggio inaspettato, casuale e, soprattutto reale, nel mondo delle chat.
Abbiamo incontrato insidie, inganni, trabocchetti, lusinghe, offese, riuscendo facilmente a
continuare nel nostro cammino. Ma, quante persone, menti deboli o bambini che vogliono crescere in fretta, vittime di famiglie e società inadeguate prima, e di individui perversamente malati poi, vengono risucchiate da allettanti ed altrettanto pericolose paludi che ne segneranno per sempre l’esistenza? E quanti genitori, colpevolmente latitanti, ignorano cosa fanno e soprattutto quali incontri possono avere i loro figli, insuperabili navigatori del mondo virtuale? La nostra esplorazione, in un terreno, fino a quel momento ignorato, comincia con l’idea, goliardica ed innocente, di fare uno scherzo ad un amico presuntuoso, antipatico, spesso insopportabile.
Con queste poco nobili motivazioni, abbiamo creato un profilo falso su facebook utilizzando delle foto trovate su internet di una bella e giovane signorina. A testimonianza dell’innocenza dello scherzo, le foto erano di una ragazza carina si ma semplice e normalmente vestita. Questi sono i primi passi che diventeranno una affannosa ed inconcepibile corsa per affrontare le peggiori azioni di un impressionante numero di pervertiti che, nelle chat, trovano fertile terreno.
La certezza dell’impunità, sia fisica che sociale, porta molti individui a liberarsi di quella maschera di perbenismo che i cosiddetti rapporti civili impongono ma che, evidentemente, non fa parte del dna umano. Basti pensare al comportamento dei supposti bravi ragazzi che, in guerra, si comportano da peggiori criminali o delle ipotetiche brave persone che partecipano a linciaggi contro il diverso, sia esso straniero, omosessuale, barbone, spesso senza nemmeno conoscerlo. Inaspettata arriva, alla nostra amica inesistente, una richiesta di amicizia di una sconosciuta e, non avendo ragioni contrarie, accettiamo tranquillamente. Inizia immediatamente una chat dai connotati decisamente pornografici. Sorpresi e imbarazzati, abbiamo cercato di sottrarci immediatamente all’insopportabile e sgradevole situazione. L’arrivo improvviso di un fratello (inesistente pure lui) è
stata la giustificazione che ci ha permesso di chiudere il collegamento.
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Questa condizione si è verificata altre volte, con inimmaginabile frequenza, fino a quando non abbiamo cercato di esaminare attentamente il fenomeno. La prima, doverosa, considerazione è stata: con quale diritto una persona, sebbene con evidenti limiti esistenziali, costringe un’altra a incappare in linguaggi e immagini che la offendono e la
umiliano?
Lungi da noi la criminalizzazione dell’uso di internet, vogliamo reclamare il diritto di una persona (anche se adulta) a non essere offesa, aggredita, anche se verbalmente, umiliata con proposte oscene e immagini pornografiche. Particolarmente preoccupante è risultato il giudizio e la reazione che hanno avuto utenti (rappresentanti la normalità (?)) di facebook una volta messi a conoscenza di questi episodi. Si sta evidentemente sottovalutando un nuovo pensiero dominante dove non trova spazio il rispetto, le regole, e le ragioni degli altri. Una società dove prevale l’egoismo, dove conta solo l’io, in cui i desideri del singolo hanno la priorità, e giustificano persino violenza fisica e soprafazione. Questo, in un contesto di vita sociale come è, naturalmente, quella dell’uomo avrà degli effetti devastanti. Ma adesso andiamo con ordine, su questo argomento torneremo dopo.
Abbiamo sopportato, presto stanchi, dialoghi improponibili nella vita reale con uomini malati, privi di vita sociale, incapaci di relazionarsi, di confrontarsi e di provare sentimenti positivi. Uomini che, per avere contatti con le donne, fingono di essere a loro volta donne, ma che usano linguaggio e un approccio sessuale tipicamente maschile. Certo che fingersi donna per conoscere altre donne è sintomo di disperazione assoluta. Quello che segue è un piccolo campionario di quanto si può leggere tra le informazioni che
accompagnano i profili e che possono essere letti da ragazzini/e.
Ecco, noi ci fermiamo a questo punto. Perché da qui iniziano i colloqui che sono veramente volgari. Non ce la siamo sentita. Per questo dovrebbe esserci i sito: http://www.compraebook.com/586/Nel-Porcile-di-Facebook .
Fernando Durante