Non pensare, scrivi
Giovedì 1 febbraio, fermo didattico, i ragazzi delle classi seconde del liceo scientifico e linguistico, si sono misurati in un laboratorio di poesia guidati dai prof. Salvatore Tommasi, Anna Rita Mastrolia e Maira Marzioni.
2AL e 2 C sono state affidate alla prof.ssa Maira Marzioni, una scrittrice del tutto singolare.
Seduti a semicerchio gli studenti hanno riflettuto su che cosa fosse per loro la poesia, abbandonando rigidi schemi e definizioni da manuale, pensando piuttosto a quello che veramente la poesia rappresentava per loro, riflettendo su tutte le piccole cose che appartengono alla quotidianità: odori, sapori, suoni,sensazioni diverse, riflettendo sul fatto che un odore può evocare in ognuno un personale ricordo e suscitare sensazioni completamente differenti. E da queste sensazioni… nasce la poesia, può essere anche breve, l’importante però, è che contenga sempre la verità e il cuore.
Creata la giusta atmosfera, Maira ha dato ai ragazzi dei bigliettini, su cui scrivere una poesia, una frase o semplicemente un pensiero riguardante LE MANI e LA STRADA, per poi metterli in un contenitore, in modalità anonima. Unico consiglio: scrivere senza pensarci troppo, come affacciarsi a una finestra e buttare fuori tutto quello che c’è dentro la propria stanza. Alcuni ragazzi sono stati molto veloci, altri meno, ma alla fine tutti hanno scritto qualcosa. Il risultato finale è stato molto positivo: ad uno ad uno i ragazzi hanno preso casualmente un bigliettino e hanno provato a interpretare ciò che i compagni avevano scritto. Ogni bigliettino conteneva un pensiero molto personale e qualcuno ha fatto anche delle poesie che hanno stupito molto. La cosa importante però, è che ognuno ci ha messo tutto se stesso.
Alla fine si è creato un clima di condivisione, una magia che solo la poesia può far scaturire perché fa vedere il mondo da un’altra prospettiva e unisce le persone infatti nei suoi versi ognuno può riconoscersi. La poesia è di tutti e non si deve essere laureati in lettere per poterne scrivere una. Provare a far uscire da dentro di sé le proprie emozioni è difficile, anche tanto, ma dovremmo provare tutti a farlo più spesso, perché esprimerle è un modo per sfogarsi, che può aiutare quando abbiamo dei problemi, quando pensiamo di essere soli e di non avere nessuno che ci capisca.
Una penna e un foglio possono salvarci.
Daniela Saracino 2CSA