Omicidio Noemi, escalation di odio e tensione tra Specchia e Alessano. Arriva l’appello dei sindaci
Dopo qualche giorno dal tam tam mediatico provocato dalla morte di Noemi Durini e dalla scoperta del suo carnefice, non si spengono di certo le luci dei riflettori sull’argomento. Ora, alle luci della ribalta ci sono i provvedimenti giudiziari che verranno presi nei confronti dell’assassino della ragazzina di Specchia, ma anche i comportamenti e le possibili ritorsioni tra famigliari, amici e conoscenti dei protagonisti della vicenda. Di certo, non è un caso che sarà facile dimenticare, come non si può dimenticare la brutale uccisione di una ragazza di soli sedici anni per mano del suo fidanzato che da tempo ormai non era certamente quella figura protettiva che ogni ragazzina si aspetta dal ragazzo che ama. L’odio verso la famiglia ed il ragazzo, che comunque si è macchiato di un atto imperdonabile, non corre solo sul web e sui social network.
“Nel rinnovare il nostro cordoglio alla famiglia di Noemi per il tragico epilogo della vicenda della ragazza, sentiamo il bisogno di chiedere alle comunità di Alessano e di Specchia e più in generale a quella salentina, di vivere i sentimenti di sgomento e di dolore per l’accaduto con il doveroso rispetto richiesto dalle circostanze”. A parlare sono i sindaci di Alessano e Specchia, Francesca Torsello e Rocco Pagliara, che con una nota ufficiale e congiunta lanciano un appello alle rispettive comunità di cittadini sconvolte dall’omicidio di Noemi. Il clima che si respira nelle due cittadine del Sud Salento è molto teso. A rivelarlo sono gli episodi che, sin dalla scomparsa della ragazza, si sono susseguiti nelle ultime settimane divenendo chiaro sintomo dell’odio e della rabbia che via via sono andate alimentandosi. Prima gli insulti e le minacce di morte che hanno riempito la bacheca Facebook del 17enne di Montesardo reo confesso dell’omicidio, poi subito chiuso proprio per via delle situazione fuori controllo, e di quello del padre 41enne, anch’egli indagato poiché sospettato di aver avuto un ruolo nella morte della ragazza.
“Riteniamo sia nostro dovere appellarci al buon senso perché questo fatto crudele, che turba le coscienze di tutti noi, rafforzi sempre di più l’idea che i valori della legalità e del rispetto delle istituzioni rappresentino il presupposto imprescindibile per la costruzione di una società più giusta e più libera” scrivono i due primi cittadini, chiedendo tra le righe di abbassare i toni di una contestazione sociale che è andata fuori controllo. Dopo il linciaggio rischiato dall’omicida 17enne all’uscita della caserma di Specchia nella tarda serata di mercoledì scorso, in seguito all’interrogatorio fiume affrontato dopo la confessione dell’uccisione di Noemi, l’escalation di violenza è proseguita non solo a parole o sui social. Nella notte tra venerdì e sabato ignoti hanno lanciato tre bottiglie incendiarie contro l’abitazione della famiglia dell’arrestato, senza creare danni poiché gli stoppini sono rimasti spenti. Il messaggio, però, è arrivato forte e chiaro, tant’è che da quel momento la casa è pattugliata notte e giorno dai carabinieri per evitare altre ritorsioni.
A distanza di poche ore, infine, sono arrivate le minacce e gli insulti agli avvocati difensori del 17enne, Luigi Rella e Paolo Pepe, bersagliati dall’odio della gente che invoca una giustizia sommaria e crudele nei confronti del ragazzo in barba ad ogni diritto di difesa. I due sindaci proseguono il loro appello in questo modo: “Alessano e Specchia si sentono oggi più unite nella compartecipazione al dolore e nella condivisione della condanna alla violenza e alla sopraffazione. Ora è giusto che la giustizia e le istituzioni preposte a definire i contorni della vicenda operino in un clima sereno, che consenta di giungere alla verità dei fatti, nella convinzione che qualsiasi atto di ritorsione privata e di eccessiva spettacolarizzazione mediatica dell’accaduto danneggino il lavoro che con serietà e responsabilità è condotto dagli inquirenti. Vogliamo che i nostri concittadini si uniscano nella ferma condanna ad ogni gesto di violenza che oltraggia la dignità della persone e mina la fiducia nelle istituzioni coinvolte, che costituiscono comunque i capisaldi della nostra civile convivenza”.