Ospedali Salentini al collasso. La CGIL scrive a Regione e Asl Lecce per i disservizi in aumento
La CGIL denuncia come sempre più frequenti siano i casi di rischio clinico per i pazienti che si rivolgono agli ospedali salentini. Sugli organi di stampa sono quotidiani gli episodi di disfunzioni e disservizi nelle corsie di degenza. I continui tagli di posti letto imposti dal Piano di riordino ospedaliero regionale hanno determinato una sostanziale riduzione della capacità ricettiva degli Ospedali, per cui i posti letto dei reparti di degenza specie delle specialità di Medicina, Geriatria, Pneumologia risultano insufficienti e determinano il fenomeno della extra-locazione di pazienti nei reparti più disparati, come ortopedia, chirurgia, con conseguente blocco dell’attività chirurgica programmata.
Inoltre, si riscontra che sul personale medico e infermieristico negli ospedali della provincia di Lecce grava un eccessivo carico di lavoro determinato essenzialmente dalla gravissima carenza di personale, si riscontra anche un forte demansionamento dei citati operatori sanitari e sempre più frequenti sono le segnalazioni di disfunzioni organizzative e/o disservizi che giungono alla scrivente Segreteria da parte degli stessi operatori di molte strutture di degenza degli Ospedali Salentini.
Accade che i medici e gli infermieri nelle corsie siano sempre di meno in un contesto in cui la richiesta di ricovero è sempre più pressante e l’utenza, complice uno scarso filtro territoriale, intasa i Pronto Soccorso degli Ospedali.
Il fatto che il fenomeno di extra-locazione dei pazienti in diversi reparti sia ormai prassi consolidata, fa dedurre alla scrivente, che non si tratta di un episodio epidemiologico emergenziale quanto piuttosto di una carenza organizzativa ma anche strutturale di posti letto in provincia di Lecce, che risultano essere insufficienti almeno per alcune specialità.
Spiace rilevare che la politica Regionale, nonostante le segnalazioni specifiche fatte da questa Organizzazione in diverse occasioni, non ci abbia degnato neanche di una risposta.
Appare evidente che il dover lavorare quotidianamente in situazioni emergenziali, in cui l’assetto organizzativo è poco chiaro, e svolgere spesso attività non proprie della qualifica rivestita, inevitabilmente, influenza negativamente la qualità delle prestazioni erogate all’utenza acuendo tra l’altro il rischio clinico per il personale con i correlati risvolti medico-legali.
Purtroppo la scarsa sensibilità dimostrata negli anni dal management che si è succeduto ha portato alla grave situazione descritta in premessa che vede i lavoratori essere sempre in affanno, obbligati a rincorrere le carenze organizzative, rinunciando in alcuni casi alla fruizione delle ferie, e con l’ovvia conseguenza di non poter garantire sempre una qualità del servizio sanitario all’altezza, vivendo un clima lavorativo fortemente compromesso.
In diverse occasioni capita che gli operatori sanitari siano chiamati in giudizio per vertenze o situazioni medico-legali non dipendenti dal loro operato diretto, quanto piuttosto da una precaria situazione lavorativa/organizzativa di reparto.
Da anni si assiste a impegni e buoni propositi annunciati dalle direzioni generali di turno, ma che da soli non bastano a superare le cicliche criticità del sistema sanitario salentino (ad esempio l’affollamento dei Pronto Soccorso nel periodo estivo). Manca un’azione mirata che tenti di affrontare tali problematiche. Non è infatti più rinviabile una precisa e puntale verifica in tutte le strutture sanitarie insistenti sul territorio salentino, specie dopo quanto sottoscritto dal Presidente Emiliano nell’accordo del 13/12/2016, delle dotazioni organiche, delle dotazioni tecnologiche, delle performance espresse.
Vale la pena evidenziare che il Presidente Emiliano con le Organizzazioni Sindacali, proprio in quella data, ha sottoscritto un accordo in cui veniva concordata la costituzione di tavoli permanenti di confronto a tutti i livelli (Regionali e Aziende Sanitarie Locali), che dovevano affrontare e concordare modalità e tempi di attuazione del Piano di Riordino, monitoraggio delle liste di attesa, modalità di attuazione ed effettuazione dell’attività resa in ALPI (Libera Professione). Inoltre oggi è urgente discutere di come affrontare e superare il problema del precariato che ormai è divenuto un pilastro fondamentale per riuscire a garantire il livello minimo di assistenza.
Pertanto, con la presente nota chiediamo al Direttore Generale e al Presidente della Giunta Regionale di conoscere le reali intenzioni in merito: si vuole proseguire su quella stessa scia o si vuole affrontare e risolvere in modo definitivo le questioni esposte?
La scrivente O.S. è pronta a fornire tutto il proprio fattivo contributo, per superare le criticità, a partire dalla razionalizzazione delle risorse umane presenti nelle strutture: a volte inutili doppioni di attività rese dai distretti o dipartimenti rischiano di drenare preziose risorse.
Alla luce di quanto sopra evidenziato diventa pertanto necessario ed urgente, ad avviso della scrivente O.S., la convocazione di una cabina di regia della Asl di Lecce.