Paradosso sicurezza sul lavoro: la denuncia di Galati
«Nel 2013 un incidente ogni 75 minuti. Eppure i tecnici dello Spesal ricevono il benservito»
Dopo il dibattito sulla sicurezza sul lavoro in provincia di Lecce, conseguente ai due eventi tragici che hanno colpito le comunità di Taurisano e Aradeo, il consigliere regionale Antonio Galati (Sel) denuncia la paradossale situazione dell’organico dello Spesal, il dipartimento della Asl che controlla il rispetto della legge nei luoghi di lavoro: mentre gli incidenti crescono a dismisura, sette tecnici ricevono il benservito a partire dal 2014. «Una scelta incomprensibile e contraria alle politiche regionali – sottolinea il consigliere di maggioranza – la Asl è ancora in tempo per effettuare una retromarcia di buon senso».
Il consigliere regionale parte dai numeri, forniti ufficialmente alla Prefettura di Lecce dal Dipartimento di prevenzione della Asl ai primi di settembre: numeri dai quali emerge un quadro drammatico
«La situazione degli infortuni sul lavoro nella nostra provincia – spiega il consigliere – era già gravissima nel 2012: 6.064 incidenti sul lavoro; una cifra che, tradotta nel quotidiano, significa 16 infortuni al giorno, un incidente ogni 90 minuti.
Questi numeri, già gravissimi, sono peggiorati ancora nei primi otto mesi del 2013. Tra gennaio e agosto sul territorio provinciale si sono verificati 4.542 infortuni sul lavoro, una cifra che si traduce in 19 infortuni al giorno, un infortunio ogni 75 minuti.
Ancora più preoccupante la situazione degli infortuni gravi, cioè con prognosi superiore ai 40 giorni. Nel 2012 sono stati 1.210 (come dire 23 alla settimana), nei primi otto mesi del 2013 siamo già alla cifra di 1.041 (come dire 30 alla settimana).
Nel 2012 due persone sono morte a causa di un infortunio sul posto di lavoro (cinque altre persone sono decedute durante gli spostamenti per raggiungerlo). Un numero pareggiato nel solo mese di settembre 2013, quando le due comunità di Taurisano e Aradeo sono state sconvolte da altrettanti fatti tragici che hanno già portato a tre le “morti bianche” in questo 2013»
I dati ufficiali mostrano una preoccupante impennata di incidenti, anche gravi, e “morti bianche”. In questo quadro la legge assegna la repressione alle forze dell’ordine e alla magistratura e la prevenzione, tra gli altri, al Dipartimento di prevenzione della Asl di Lecce, lo Spesal, con i suoi dirigenti e i suoi tecnici. A questi ultimi è riservato il paradosso denunciato da Galati.
«Sette giovani laureati, debitamente formati e vincitori di un regolare concorso – sottolinea il consigliere regionale – hanno appreso dalla delibera del direttore generale datata 11 settembre che il loro impiego terminerà nel 2014, quando scadrà il contratto (precario) che li lega alla Asl. In quel momento i sette professionisti, stando al piano assunzionale 2013/2015, riceveranno una pacca sulla spalla e molti ringraziamenti per i verbali comminati alle aziende, le cui sanzioni pecuniarie sono servite proprio per pagare i loro stipendi»
Il consigliere regionale di maggioranza rimarca come la scelta operata dalla Asl di Lecce sia totalmente diversa rispetto a quella delle altre Asl pugliesi (da Brindisi a Foggia, da Bari a Taranto fino alla Bat), che hanno deciso invece nei rispettivi piani assunzionali di incrementare l’organico dei tecnici della prevenzione.
«La Asl di Lecce è ancora in tempo per una retromarcia di buon senso – conclude Antonio Galati – si allinei alle altre Asl pugliesi e metta al riparo dalla precarietà un Dipartimento così strategico e con compiti talmente delicati. Farlo, di fronte ai numeri delle “morti bianche” e al loro costante aumento, è un dovere morale prima ancora che gestionale o politico. Perché prevenire, come tutti sanno, è sempre meglio che curare».
La Redazione
E gli incidenti dei lavoratori in nero sono nei numeri da lei citati?