Pareggite acuta e sterilità in zona gol. Il Lecce ci prova, ma i rigori sono fatali
La migliore partita dell’intera gestione Rizzo e, in assoluto una delle migliori degli ultimi anni, non è bastata al Lecce per avere la meglio sull’Alessandria e per qualificarlo alle semifinali playoff di Lega Pro. Decisivi e fatali sono stati i rigori che non hanno lasciato scampo ai giallorossi, nonostante Perrucchni avesse tenuto in piedi la squadra, parando l’ultimo rigore della serie e rimediando all’errore di Costa Ferreira. È stato Ciancio, poi, a spegnere i sogni di gloria con il palo preso nel primo rigore tra quelli battuti ad oltranza e a consegnare nelle mani dei ragazzi di Pillon la fase finale dei playoff che si disputerà interamente in gara secca a Firenze. Il Lecce si è fatto preferire all’Alessandria sia come sviluppo di gioco che come occasioni create, ma tutto questo non è bastato.
Dopo il doppio pareggio con la Sambenedettese, che comunque consegnò ai salentini la qualificazione solo per la migliore posizione in classifica, avevamo parlato proprio in questa sede dello scarso feeling con il gol che, andando avanti nella competizione, sarebbe potuto diventare un gran problema. E così è stato. Due gol in quattro partite sono troppo pochi per sperare e sognare in qualcosa di più grande e la sterilità offensiva non poteva che far terminare il sogno, prima o poi. Così, come non si può pensare di arrivare fino in fondo senza vincere nemmeno una partita. Un altro pareggio, il quarto in quattro partite, è davvero troppo e se non sai vincere difficilmente puoi arrivare fino in fondo.
D’accordo, ieri ci si è messa anche la sfortuna, ma il Lecce paga una seconda parte di stagione al di sotto delle aspettative e delle proprie possibilità. Ieri al Moccagatta ci si è messo anche un grandissimo Vannucchi, il giovanissimo portiere avversario che, appena ventenne, ha dimostrato di meritare ben altra categoria e ha parato tutto quello che c’era da parare. Quando non ci è arrivato lui, è stata la traversa a negare il gol al Lecce a pochi minuti dalla fine del secondo tempo supplementare. Tutto questo sotto una cornice di pubblico spettacolare, i tifosi del Lecce sono stati davvero encomiabili ed hanno gremito la curva riservata a loro dai piemontesi. Pubblico, gioco, manovre e atmosfera erano da categorie superiori e per quasi tutti gli addetti ai lavori era una finale anticipata ed in qualche modo così è stato.
A gioire, però, è l’Alessandria che ora se la vedrà con la Reggiana che ieri ha eliminato il Livorno grazie al 2-2 dopo i tempi supplementari. Nell’altra semifinale ci sarà la sfida tra Parma (altra grande favorita per la promozione) e Pordenone che è riuscito a strappare un preziosissimo 0-0 in quel di Cosenza. Il Lecce si lecca le ferite, ma dovrà pensare in fretta già al futuro e programmare l’ennesima stagione nell’inferno della Lega Pro, la sesta consecutiva. Perché questa categoria sembra una maledizione, ma se non si vince il proprio girone diventa davvero complicato pensare di fare il salto. E allora non c’è altra soluzione e si deve costruire una squadra che sbaragli la concorrenza già durante la regular season. I tempi dei Semeraro e il continuo sali e scendi tra la A e la B, purtroppo, sono lontani. Con buona pace di chi li contestava e ha sperato in un loro abbandono, le cui ragioni restano ancora misteriose e bizzarre.