PD: un partito senza indentità
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Davide Bufano
Il concetto di identità è talmente importante che serve a ognuno di noi per poter capire di che colore siamo o da che parte vogliamo stare; ovviamente anche in politica, soprattutto in periodi di crisi, nel momento in cui dovrebbe emergere maggiormente il senso di appartenenza a un partito.
I partiti hanno da sempre subito delle metamorfosi più o meno congruenti ai loro dettami, e talvolta tali cambiamenti hanno prodotto non pochi scossoni con perdite di vario tipo, tra cui crisi d’identità.
Un’esempio evidente ai nostri occhi è il Partito democratico che attuando una metamorfosi direi quasi camaleontica è sfuggito alle logiche e alle regole di una normale democrazia. La democrazia è un concetto vuoto se lo si affida a un leader, diventa pieno di contenuti se lo si affida alla massa, purchè non sfoci nel populismo berlusconiano o meglio democristiano. E’ proprio questo il problema: il PD è democratico nel senso pieno del termine o una scatola vuota? Attuando un approccio ermeticamente basato sui dati di fatto si può tranquillamente notare che fa parte della seconda accezione. Leader bruciati, ingerenza democristiana, e mancanza di seri programmi hanno fatto in modo che man mano questo “progetto D’Alemiano” perdesse di identità. E’ un partito (scusate il francesismo) che non sa nè di carne nè di pesce. Il progetto riformista e sempre più centrista non sta dando un’anima a un partito che serve solo per assecondare gli scopi di qualche barone e affarista di turno. Un altro elemento serve per connotare un impoverimento anche lessicale: non si usano più infatti certi riferimenti storici importanti, come socialismo, socialdemocrazia, ma si usa “Partito democratico” che può significar tutto o meglio niente! D’altronde che tipo di identità può avere un partito che nasce dalla fusione di due correnti tra loro sempre nemiche, comunisti e democristiani; i comunisti e socialisti hanno lottato sempre per una maggiore eguaglianza sociale, in Sicilia ad esempio lottavano aspramente contro il dominio democristiano che era strettamente connesso alla mafia. (Assassinio di Placido Rizzotto). Questo progetto D’Alemiano ha avuto il “grande merito” di aver consegnato l’Italia in mano a Berlusconi per vent’anni e peggio ancora, a Monti.
Il PD non si capisce mai cosa vuole fare: è il partito che sostiene Monti, è il partito della foto di Vasto, è il partito del rapporto con il Terzo Polo. Gli unici a muoversi contro questo governo tecnico e affarista sono Vendola e Di Pietro che pur con dei limiti, cercano di fare un’opposizione identitaria. Un altro dato: la sconfitta bruciante della Capone a Lecce! Ma cos’ ha la Capone di centro sinistra???? Eh bella domanda. Peccato che forse con Carlo Salvemini si sarebbe potuta evitare una tale batosta. Un partito che non ha nessuna identità da difendere, vacilla e si arrende a pure logiche elettorali. Il PD è sempre più espressione di una gestione politica e amministrativa legata a una diffusa inefficienza e al mantenimento di un certo clientelismo. Mi meraviglio anche di alcuni giovani che continuano ancora a remare per questo partito, sperando magari in una futura poltroncina. All’inizio personalmente pur essendo scettico su questa pseudo alleanza ero fortemente motivato ma ora come ora preferisco non identificarmi più in ciò, d’altronde: come ci si può identificare in qualcosa che non ha un’anima o meglio un colore? La democrazia italiana avrebbe bisogno di un solido partito di sinistra riformista, sicuro di sé, delle proprie ragioni, della propria identità. Ma non è questo oggi l’identikit del Partito democratico, e quindi bisogna assolutamente guardare altrove.
Anche nel mio paese, si assiste purtroppo a questo processo: l’ingerenza democristiana (ex Margherita) si è ben presto assediata nel nuovo PD martanese, e alcuni hanno dimenticato il passato di alcuni esponenti che erano nella precedente amministrazione di centro destra. Sia a livello nazionale che a livello locale, il PD appare un partito senza anima e colore, ovvero mi verrebbe da dire, l’antipartito.
Davide Bufano
come non condividere, davide? Quoto in toto
eh già….che rabbia mi viene…guarda sn arrivato a preferire Berlusconi che il PD..