Perturbazioni poliedriche: Giancarlo Micaglio
Quando mi fu chiesto di collaborare ad una nuova rubrica artistico-letteraria su “Corte Grande”, pensai che fosse una splendida idea, perchè l’arte contemporanea (ambito del quale mi occupo da diversi anni) è spesso poco compresa e – soprattutto nei piccoli centri e nella provincia – frequentemente ignorata, in favore di più accessibili “paesaggi” ed intelligibili “still life” vegetali dal sapore stantìo, nonostante il contemporaneo non faccia che seguire il proprio tempo, andando di pari passo con le esigenze culturali dell’epoca in cui nasce e si sviluppa.
Lo “spazio artistico” del quale mi occuperò, ha sì lo scopo di far luce sull’attività di alcuni artisti del territorio salentino e di approfondire talune tematiche culturali che spesso restano ignote, ma ha anche il proposito di esplorare alcuni campi legati al mondo dell’arte, comprese criticità e problematiche di sistema.
Trattandosi del primo numero della rubrica “Perturbazioni”, ho pensato non si potesse che cominciare con Giancarlo Micaglio, poliedrico artista martanese dalle grandi doti creative e comunicative.
Micaglio, classe 1983 segue il classico percorso di chiunque abbia l’indole dell’artista: diploma presso l’Istituto d’Arte; laurea presso l’Accademia di Belle Arti e numerose presenze in esposizioni collettive e personali in Italia ed all’estero.
Ciò che rende particolare l’arte di Micaglio, tuttavia, non è tanto la perizia tecnica – della quale molti altri artisti possono far vanto – quanto la sua capacità, quasi espressionista, di cogliere l’essenza dell’umanità, per rappresentarne i tratti emotivi ed essenziali. Micaglio è in grado di esplicitarne peculiarità caratteriali e sociologiche., interpretando con beffarda ironia e caustica personalità le tipicità umane, con limiti ed eccessi al confine della rivelazione.
Ad occhi poco attenti, l’arte di Micaglio può presentarsi smodatamente “decorativa”, tuttavia, spostandosi oltre il superficiale aspetto esornativo, appare evidente quanto profondo sia lo studio umoristico e satirico legato alla figurazione e quanto l’arte di Micaglio sia, in realtà, estremamente ironica e sarcastica nell’acuta osservazione della società e della provincia meridionale.
Dopo gli esordi, caratterizzati da un segno estremamente sintetico, volto alla definizione di tratti “caratteriali” generici (sebbene sempre caricaturali), negli ultimi due anni Micaglio indirizza la propria ricerca alla deformazione connessa ad un’umanità specifica, legata all’universo della festa patronale: momento estremamente importante nella tradizione religiosa meridionale, carico di aspetti arcaici, al limite del primitivo, che appaiono grotteschi e paradossali quando inseriti in un contesto contemporaneo ed addirittura europeo.
Micaglio approfondisce lo studio della tradizione religiosa popolare, indirizzandosi verso la rappresentazione del folklore che ruota attorno alle celebrazioni del Santo Patrono. Con sardonica derisione, indaga le tipologie umane del paese e le attitudini legate ai costumi popolareschi, con una tecnica che – quasi fellinianamente – si avvale dell’eccesso, dell’ornamento e della distorsione per dar voce a realtà estremamente diffuse, eppure talvolta non del tutto comprese.
Altro interessante aspetto dell’indagine artistica del Micaglio, è identificabile nelle sperimentazioni in ambito artigianale-creativo: mantenendo intatti gli archetipi della propria personale figurazione, l’artista realizza oggetti d’uso comune caratterizzati da una cifra stilistica fortemente riconoscibile e sempre legata ad un attento studio dell’immagine, sebbene in questo caso essa appaia decisamente più funzionale e “pop”.
Un giovane artista dunque, Giancarlo Micaglio, le cui opere hanno ricevuto negli anni, un gran successo di critica e pubblico, approdando in collezioni pubbliche e private sia nel Salento che all’estero.
Giancarlo Micaglio vive e lavora a Martano (LE) ed è rintracciabile all’indirizzo email: giancarlomicaglio@yahoo.it .
Cecilia Leucci