Politica, quanto ci costi!
A quando i nostri amministratori rivedranno le proprie decisioni.
Mamma mia. A scorrere la nota di quanto costa ad ogni cittadino la politica vengono veramente i brividi. E’ mai possibile che anche di fronte ad una crisi che mette in serie difficoltà pensionati e famiglie, questi se ne freghino? Cerchino in ogni modo di mantenere i propri privilegi? E’ la prima volta, cari lettori, ve ne sarete certamente accorti, che affronto temi di politica nazionale. Non vorrei passare per un tribuno della gleba, ma- in tutta onestà- non si può chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà della gente. Anche se il ministro delle Finanze- Giulio Tremonti- tenti di ridurre il peso della politica (forse è meglio parlare di politici, senza infingimenti), i costi rimangono sempre elevatissimi. E, non parliamo di privilegi, parliamo di spese vive. Quello è un altro discorso, parleremo in seguito. Quindi: un poco di numeri. Scientemente ho scelto di trattare la materia per grandi cifre. Senza mettere all’indice chicchessia, non mi interessa. Dunque: complessivamente, la politica costa agli italiani qualcosa come 23 miliardi di euro, pari a mezza finanziaria. Ogni parlamentare porta a casa qualcosa come 12.000 euro al mese. Senza contare indennità, rimborso spese, e quant’altro. Ma perché, allora, non si riducono gli stipendi già in questa legislatura? Perché, in questo caso, indovinate? Cadrebbe il governo, semplice. Ed i nostri? Più modestamente, uno fa quel che può, appena messo piede sul comune gli assessori si sono “adeguati”, come sottolinea il buon sindaco, Massimo Coricciati (lui escluso, ma era già al massimo), le indennità. Passando dai precedenti 600 euro agli attuali 1.250, circa, lorde. Pochi euro, avrebbero protestato di fronte alle critiche. Ed allora? Valeva proprio la pena perdere la faccia per tanto “poco”? Chi ce l’ha, naturalmente. Anche se, con quei “pochi” euro ci campa una famiglia. Se abbiamo una speranza? Oltre alla preghiera, ci dobbiamo affidare alle promesse del buon Tremonti. Dalla prossima legislatura, ha detto, gli stipendi dei parlamentari saranno più umani: “solo” 5.300 euro al mese, nella media europea. Incrociamo le dite. Bisogna che- però-i soggetti interessati votino, poi. Si, perché, per dire, qualche deputato impertinente, per non fare nomi, Antonio Borghesi, dell’Italia dei Valori, ha proposto una riduzione del 60% dei vitalizi (per capirci, le pensioni degli onorevoli). Sapete come è finita la votazione: con 498 voti contrari. Ivi compresi i suoi compagni di partito. E, vorrei vedere. Chi avesse sperato il contrario è un inguaribile ottimista, per non dire imbecille. Comunque, oggi è festa. La “festa” dei martanesi. Ed a tutte le Assunta auguriamo un felicissimo onomastico. I problemi li affronteremo domani. A costo di correre il rischio di passare per rompiballe, torniamo sull’argomento. Peraltro, corrente. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, abbatte i costi del Quirinale. Deputati e Senatori sono “costretti” ad uno striminzito ridimensionamento delle proprie spettanze, ed i nostri? E’ difficile, ma non disperiamo. Si, perché tornare indietro di fronte a quella decisione, all’epoca, ci siamo scandalizzati, correndo il rischio di passare per bacchettoni, fustigatori di costumi. O, almeno, appena i nostri amministratori si sono “adeguati” le proprie indennità, con il raddoppio. Oggi, ritroviamo sulla nostra strada l’intera nazione.
Fernando Durante