Razzisti, uomini tristi?
Di recente, presso la sede di Follonica di una nota catena europea di supermercati, è avvenuto un fatto che ha sconcertato quasi tutta l’opinione pubblica: tre dipendenti del negozio, filmando l’accaduto, hanno rinchiuso due rom all’interno di un gabbione dei cassonetti riprendendo la scena che poi è stata pubblicata sui social. Il video, che in poco tempo è diventato virale, ha suscitato reazioni diverse nell’animo del popolo italiano. Da una parte si sono schierati coloro che hanno difeso i responsabili, il leader della Lega Nord Matteo Salvini, ad esempio, non ha esitato a fornire loro il suo sostegno tramite la sua pagina Facebook, mentre numerosi clienti del supermercato in questione, hanno scelto di esprimere le proprie opinioni alquanto negative al giornalista di Fanpage.it Saverio Tommasi, recatosi sul posto, che le ha raccolte in un video visibile su YouTube.
Le agghiaccianti parole pronunciate spingono a riflettere su due problemi che interessano il nostro presente: il più importante è il razzismo che negli ultimi tempi “contagia” sempre più persone. I motivi per cui si sta diffondendo questa concezione negativa degli stranieri sono molteplici e spalmati lungo tutto il corso della nostra vita: a partire dall’infanzia i genitori ci trasmettono una serie di insegnamenti che mettono a dura prova la nostra futura tolleranza come, ad esempio, il “ricatto” che evocava il famosissimo uomo nero di cui ancora temiamo l’arrivo!
Un altro motivo, anch’esso molto discutibile, sono i frequenti arrivi nel nostro paese di immigrati di cui lo Stato deve farsi carico. Purtroppo questo presente storico, non favorendo accettazione e tolleranza, spinge molte persone ad un odio cieco che spesso è fomentato dalle parole di politici alla disperata ricerca di voti. Essi non hanno ben inteso quale sia la linea di confine tra propaganda elettorale e rispetto, sia nei confronti di persone che si trovano in difficoltà, sia dei propri sostenitori che tendono a rivolgere i propri sentimenti negativi verso chi credono che gli “rubi il pane”. Questa situazione rimarca i tratti di diversi periodi storici precedenti, ma senza dubbio la degenerazione più conosciuta e ricordata è quella che si ebbe nella prima metà del XX secolo, quando Hitler decise di uccidere più di dieci milioni di persone perchè ritenute un pericolo per la popolazione. Indipendentemente dai possibili pericoli che possono costituire gli immigrati, non si può indirizzare la propria rabbia verso queste persone che sono anch’essi esseri umani e che probabilmente scappano da situazioni molto più gravi di quelli che possono trovare da noi. Perciò se vediamo una persona in difficoltà, diamogli una mano indipendentemente dal fatto che sia italiano, straniero, cattolico, musulmano e quant’altro perchè è proprio questo che non vuole chi ci incita a scatenare il nostro odio su qualcuno di diverso da coloro che hanno veramente causato la povertà. Citando Primo Levi “Come nascono i lager? Facendo finta di nulla.”
Irene Trenta