“Ridiamo credibilità al Paese”: Susanna Camusso inaugura “Le Giornate del Lavoro” a Lecce
Inaugurate ufficialmente al Teatro Apollo di Lecce nel pomeriggio del 15 settembre Le Giornate del Lavoro con la presenza della segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, della segretaria generale della Cgil Lecce Valentina Fragassi, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, del presidente della Provincia, Antonio Gabellone; del sindaco della città Carlo Salvemini. Ha moderato il dibattito il giornalista Altero Frigerio.
La manifestazione è giunta alla quarta edizione, un’occasione per discutere di lavoro e diritti con politici, intellettuali, artisti, cittadini.
“Tra le tante ragioni per cui siamo tornati a Lecce è per l’accoglienza di questa città. – dichiara la leader Cgil Susanna Camusso – Siamo nel teatro perché vogliamo mostrare cosa significa occuparsi della città e del suo aspetto culturale. Questi tre giorni saranno giorni di cultura in tutti i sensi. Chi ha teorizzato la disintermediazione ha fallito e ha reso frammentato questo paese. Il risultato è solo tanta non credibilità, è finita l’epoca della rappresentanza ma dobbiamo iniziarne una nuova”.
Tre giorni, dal 15 al 17 settembre, 11 le location e 40 gli eventi in programma: 11 dibattiti, 2 lectio magistralis, 3 inaugurazioni di mostre (“Bruno Trentin 10 anni dopo”, “1977 – 2007 la Terra come patrimonio comune”, e “Donne e Lavoro”); 12 proiezioni per la rassegna “Cinema e Lavoro”; 2 spettacoli teatrali (“È tutto loro quello che luccica” e “Dita di Dama”); 2 presentazioni di libri (“Meccanoscritto” e “Un giornale del popolo al servizio del popolo”); 3 concerti (Bandabardò, Vecchioni e Ritmo Binario con Alla Bua).
Prevista la partecipazione di 45 relatori, tra cui 2 ministri, Orlando e Poletti; 4 presidenti di Commissione parlamentare, Boccia, Bindi, Epifani e Damiano; 1 presidente di Regione, Emiliano; 2 sindaci di grandi città come Roma e Bari, Raggi e Decaro. E ancora il Presidente di Confindustria Boccia, docenti universitari, sindacalisti e lavoratori. Dodici i giornalisti che modereranno i confronti.
Prima dell’inaugurazione il Teatro Apollo è stato anche luogo di discussione e proposta sul Mezzogiorno, con lo svolgimento dell’Assemblea Generale della Cgil nazionale. Il Sud, a parere della Cgil “ha vissuto, purtroppo, vent’anni di solitudine, durante i quali è mancata una strategia ordinaria, e in cui è uscito dalle politiche, persino dal dibattito pubblico. Ad oggi, il Masterplan e i Patti territoriali restano solo un elenco di intenzioni, ancora una volta rischiano di rappresentare un’occasione mancata per la crescita italiana”.
Per questo la Cgil ha deciso di convocare un’Assemblea generale sui temi del Mezzogiorno, di modo da individuare, dando continuità alla vertenza Laboratorio Sud e al Piano del Lavoro, le “strategie per colmare il gap strutturale tra regioni del sud e del centro nord”. Strategie che “devono essere in capo allo Stato in una vertenza multilivello, da un governo centrale fino ai governi territoriali”. Innanzitutto, il sindacato di corso d’Italia sottolinea la necessità di “allargare la spesa e gli investimenti pubblici per il Sud da qui al 2022, data effettiva di spesa e chiusura della programmazione europea”.
Da dove partire? “Dai bisogni primari – sostiene la Cgil – per colmare i deficit di cittadinanza e dall’infrastrutturazione materiale, a partire dalla mobilità delle persone e delle cose”. Inoltre “occorre intervenire sulle fragilità del nostro territorio per prevenire i rischi idrogeologici e sismici e serve uno strumento pubblico di gestione delle politiche industriali che ad oggi non c’è, poiché senza una crescita della base industriale è difficile pensare a prospettive di sviluppo per il Mezzogiorno”.
Obiettivi da raggiungere seguendo una strategia “che abbia, come fondamento i principi della sostenibilità sociale, ambientale ed economica” e attraverso “una governance pubblica che sia più efficace e partecipata. Lo Stato – conclude la Cgil – deve essere protagonista dello sviluppo e le istituzioni territoriali interpreti di questo processo. Questo chiediamo all’interno di un un’idea di Progetto Paese con rinnovata coesione sociale, economica e politica”.