“Stop al grano d’importazione” Agricoltori in protesta all’arrivo della nave dal Canada
Ieri centinaia di agricoltori insieme alle Associazioni dei consumatori della Puglia hanno partecipato al blitz al porto di Bari, all’arrivo di una nave proveniente da Vancouver, carica di 50mila tonnellate di grano. 1600 autoarticolati per svuotare completamente la nave carica di grano che da Vancouver ha impiegato oltre 40 giorni per raggiungere il porto, e all’uscita pronte le staffette dei manifestanti che hanno seguito i camion per conoscere la destinazione finale del grano canadese. La guerra del grano è scoppiata, contro le importazioni continue e incontrollate di grano estero, proprio alla vigilia dall’avvio della raccolta di grano pugliese.
Porto di Bari, divenuto purtroppo negli ultimi anni il vero ‘granaio d’Italia’, principale varco di accesso del grano straniero da “spacciare” come italiano, perché non è ancora obbligatorio indicarne l’origine nella pasta – quanto afferma Coldiretti Puglia.
“In altre parole un pacco di pasta su cinque – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – prodotto in Italia è fatto con grano coltivato in Canada, dove viene fatto un uso intensivo del glifosate proprio nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato. Le importazioni di grano dal Canada rischiano di essere favorite dall’approvazione dell’accordo CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) tra Unione Europea e Canada, primo esportatore di grano duro in Italia. In Canada sono usate 99 sostanze attive vietate nell’UE e gran parte di queste sono molecole risalenti agli anni ’70 vietate nell’UE da circa 20 anni.
La Puglia, che è il principale produttore italiano di grano duro, è paradossalmente anche quello che ne importa di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione. “Ci vogliono dieci chili di grano per una coca cola”, “No grano no pane”, “Stop alle speculazioni”, “Il giusto pane quotidiano”, sono alcuni slogan dei manifestanti che denunciano le importazioni massicce e incontrollate.
“E’ necessario accelerare l’iter di entrata in vigore della legge sull’etichettatura obbligatoria del grano usato per fare la pasta – spiega Gianni Cantele – che risponde alle richieste di 8 italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che si sappia. Il “grano giramondo” ha contribuito a far crollare del 48% i prezzi del grano pugliese che continua così ad essere colpito da una speculazione da milioni di euro.
Le aziende pugliesi che coltivano grano duro sono diminuite tra il 2000 e il 2010 del 31,5% (una variazione in linea con la media italiana), mentre la SAU ha registrato una contrazione del 16,5% (sia in Italia che in Puglia).
Gli agricoltori sono sostenuti nella #guerradelgrano dalle 15 Associazioni dei consumatori dell’Istituto Pugliese per il Consumo Adusbef, Adoc, Acu, Adiconsum, Casa del Consumatore, Cittadinanza Attiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori.