Tap, Melendugno è blindata per la ripresa dei lavori. Sospesa anche la libertà di circolazione
Nella notte, mentre tutto tace, mentre la gente dorme e non può rispondere. La querelle relativa al gasdotto Tap si infittisce e si arricchisce di un altro capitolo che accresce la rabbia dei manifestanti e della popolaione salentina schierata in blocco contro la costruzione del gasdotto. Una protesta che, però, questa notte ha potuto fare ben poco contro la volontà della multinazionale e delle istituzioni che favoriscono la ripresa dei lavori, contro le Forze dell’Ordine che impediscono qualsiasi forma di resistenza all’opera. Ritorna la tensione nel cantiere Tap, dove le forze della polizia sono state costrette ad intervenire per permettere lo stoccaggio del materiale e dei vari mezzi per l’ultimazione di quella che è stata definita come “fase zero” della realizzazione del terminale del gasdotto. Un totale di circa duecentocinquanta uomini, infatti, hanno creato un cordone attorno all’area del cantiere, bloccando in questo modo tutti gli accessi. I manifestanti “No Tap” così non hanno potuto raggiungere il presidio che ormai da diverso tempo è presente nella zona.
Solo i residenti nella zona hanno la possibilità di superare i posti di blocco che sono stati costituiti nel corso della notte. Nessuno però può avvicinarsi al cantiere. L’imponente dispositivo di sicurezza, che sta praticamente paralizzando tutta la circolazione attorno a Melendugno e che sta creando diversi disagi ai cittadini che devono recarsi al lavoro, è stato attuato dopo la decisione presa da parte della Prefettura e della Questura. L’obiettivo è quello di evitare tutte quelle contestazioni che hanno caratterizzato i lavori che si stavano svolgendo la scorsa primavera e nei giorni scorsi, quando si stava effettuando la potatura degli ulivi. Ripetutamente, come sappiamo, tra i mesi di marzo e maggio scorso si è arrivati allo scontro fisico tra manifestanti, che bloccavano il passaggio dei lavori Tap, e forze dell’ordine, chiamate a sedare, con le buone o con le cattive, la rabbia della protesta. E così, quindi, che I manifestanti del presidio No Tap, allestito sin dalla primavera, non hanno potuto varcare la zona e il portavoce Gianluca Maggiore spiega di essere riuscito ad uscire, per fare ritorno a casa, solo intorno alle 10 di oggi. Bloccato anche il sindaco di Martano, Fabio Tarantino, che ha tentato di raggiungere la zona nelle prime ore del mattino.
Proprio per evitare che il gruppo di manifestanti potesse diventare consistente come quello dell’epoca, in questa occasione si è deciso di attuare e di effettuare una massiccia operazione militare. L’intento era quello di provare ad isolare tutti gli attivisti nel presidio, impedendo successivamente ad altre persone di avvicinarsi al cantiere. In ogni caso, nonostante tutte le misure di precauzione prese, un numeroso gruppo di persone si è comunque radunato nel corso della notte sulle vie d’accesso a San Foca. In questo modo, i mezzi delle ditte che sono state ingaggiate dalla multinazionale Tap Lecce sono riusciti a raggiungere in maniera agevole la zona del cantiere presente a San Basilio, scortati da una colonna di blindati di polizia e carabinieri. Le operazioni in atto in questo momento riguardano in particolar modo il ripristino di quel cantiere dal quale furono espiantati la scorsa primavera in tutto duecentoundici ulivi, con il fine di isolare tutta la zona in cui a breve cominceranno i lavori veri e propri.
La tensione è alle stelle, quindi e, in merito alla vicenda, usa parole molto dure Ernesto Abaterusso, presidente gruppo consigliare regionale Articolo 1 – Mdp: “Ormai il governo italiano si è ridotto a imbarazzante sensale di Tap e Snam. Promette soldi di Trans Adriatic Pipeline a sindaci, costruttori, imprenditori ed associazioni agricole in cambio del loro silenzio sul metodo vergognoso che ha imposto Tap ai territori senza alcun tavolo per decisioni condivise. Lavora apertamente per isolare il sindaco di Melendugno nella sua coraggiosa battaglia a difesa della dignità di un intero territorio. Adesso ordina addirittura il coprifuoco dal vago sapore fascista nelle aree intorno a San Foca. È un insieme di atteggiamenti vergognosi – conclude il consigliere regionale – contro cui noi solleviamo la nostra indignazione. I governi dovrebbero difendere gli interessi dei cittadini. Quello italiano difende quelli delle multinazionali”.