Tragedia a Carpignano. Ragazzo si toglie la vita a 16 anni
Carpignano Salentino si è svegliato sotto choc, questa mattina. A soli 16 anni, uno studente del luogo ha deciso di metter fine alla propria esistenza, nel bagno di casa. A fare la tragica scoperta è stato il padre, agente di Polizia penitenziaria, intorno alle ore 5.30, mentre si preparava per prendere servizio presso il carcere – “San Nicola”, a Lecce.
La tragica notizia si è diffusa in un attimo, fra l’incredulità della gente. La giovane vittima era considerato un ragazzo senza apparenti problemi particolari. Un ragazzo normale per la sua età. Caratterialmente iperattivo, studioso, intelligente. Veniva considerato uno studente modello. A scuola, presso il Classico dell’Istituto Francesca Capece, di Maglie, che frequentava, riportava voti eccellenti in tutte le materie. Ma qualcosa nel suo vivere da adolescente non andava se, intorno alle due della notte, sul suo profilo facebook scriveva il suo ultimo messaggio:” Ultimo atto, cala il sipario”. Una decisione solitaria e definitiva. Era divenuto insopportabile quel peso sconosciuto sull’anima, evidentemente, tanto da decidere di farla finita con la vita.
Tutto il paese è caduto nello sconcerto più profondo. “In una piccola comunità come la nostra si nasce e si cresce tutti insieme”, commenta il sindaco, Paolo Fiorillo, “ sappiamo tutto di tutti, viviamo insieme gioie e dolori, questa volta il tragico evento ci ha trovati tutti impreparati, siamo shoccati”. Apparentemente, la tragedia appare inspiegabile. Una famiglia unita, religiosa, con il figlio maggiore che, giorno 24 dovrebbe diventare diacono, un passo precedente al sacerdozio. Il padre inserito bene nella vita sociale del paese. “Spero che questa tragedia non lo porti a chiudersi in se stesso, che, gradualmente, riprenda la sua partecipazione alla vita attiva del paese, come ha sempre fatto”, auspica ancora il primo cittadino. Anche se, osserva scettico uno sconcertato amico di famiglia, “con la sua scelta definitiva, il ragazzo ha spento non solo la sua, ma anche la vita di tutta la famiglia, di tutti noi”. Intorno alla casa in corso Umberto, i suoi coetanei, amici, sono stretti in cerchio. Forse per sentirsi più forti. Si sono scoperti fragili. Non hanno voglia di parlare.
Poche notizie trapelano. Molte volte preferiva farsi accompagnare a scuola dal papà, anziché prendere la corriera, luogo di socialità fra studenti. Di ritorno da scuola preferiva appartarsi. Ma la sera era solito uscire con i suoi due amici più cari, non era un tipo chiuso. “Mi è sembrato un ragazzo creativo e ribelle, come la maggior parte dei ragazzi di quell’età”, è la dichiarazione del parroco del paese, don Luigi Galiotta, amico di famiglia. “ Aveva chiarezza nelle sue idee, per quanto contestatrici, un ragazzo dal carattere sui generis”, riprende il sacerdote, “anche nei riguardi della chiesa ma, tutto sommato, nella normalità”. Comunque, informa che ieri sera, dopo la processione di San Luigi, aveva cenato tranquillamente con la famiglia e non aveva dimostrato alcun problema particolare. Uno dei suoi professori della scuola media locale lo ricorda come uno studente modello, amante della storia. “Uno fra i tanti ragazzi di questo paese che considero un oasi felice, una fucina di bravi ragazzi”. Ricorda, fra l’altro, che nel corso di una gita di studio a Caserta, presso la Reggia, una guida si complimentò con il ragazzo per l’alto grado di conoscenza del luogo storico. “Solo un altro giovane francese ha avuto analoghe competenze”, avrebbe commentato. Ma, non era tutt’oro quel che si vedeva alla luce del sole, evidentemente. Domani sera, alle ore 17.30 si scriverà l’ultimo atto della vita terrena del giovane con il rito funebre, presso la Chiesa della Madonna della Grotta, confinante con il cimitero.