Ulìa, la Pizzica incontra la Capoeira al Salento Bike Cafè
I ritmi ancestrali della musica salentina e di quella brasiliana si mescolano in questo spettacolo unico che coinvolge musicisti dei due lati dell’atlantico.
Il progetto si chiama ”Ulìa” (che in dialetto vuol dire “vorrei” ma anche “oliva”), ed è diretto da Anna Cinzia Villani – una delle cantanti più note di pizzica pizzica e tra le artiste fisse della notte della Taranta. Ad accompagnarla Alessandro Lorusso (chitarra), Max Però, (organetto diatonico), Francesco de Donatis (tamburo a cornice e percussioni) e Mestre Canhao (Maestro percussionista e capoeirista di Rio de Janeiro).
L’appuntamento è per giovedì 17 agosto, ore 21.30, al Salento Bike Cafè di Lido Conchiglie.
Ma come nasce l’incontro tra pizzica e capoeira? Come due musiche cosi distanti – culturalmente e geograficamente – possono ritrovarsi in uno stesso spettacolo? A spiegarlo è la stessa Anna Cinzia Villani: “L’incontro è nato quasi per caso, il nostro chitarrista Alessandro Lorusso frequentava le lezioni di Capoeira di Mestre Canhao. I due si sono confrontati sui ritmi, si sono scambiati gli strumenti a percussione iniziando ognuno ad approfondire la conoscenza del mondi musicale dell’altro. Ma c’era qualcosa alla base che rendeva possibile l’incontro tra questa due musiche: entrambe nascono dal vissuto della povera gente, povera economicamente s’intende, ma piena di saperi sulla natura, sui flussi della vita. Tutte le culture povere del mondo hanno prodotto musica meravigliosa, interessante e sorprendente, molto diversa da quella che oggi ascoltiamo per radio o in tv. Di solito le musiche arcaiche ci sorprendono perché ci sembrano imprevedibili, hanno sonorità ‘sporche’ e nascono per far ballare o per comunicare i drammi o le gioie del vivere”.
Storceranno forse il naso i “conservatori”, convinti che occorra rispettare in maniera filologica la tradizione. E’ di tutt’altro parere la Villani: “E’ sempre molto interessante quando uno stile musicale o vocale interviene su un altro, ma entrambi restano percettibili senza che nessuno dei due venga snaturato. Noi ad esempio nell’arrangiamento del brano ‘Marituma è pecuraru’, oltre ai vari tamburi salentini utilizziamo anche il berimbau (uno strumento rudimentale brasilano che è in grado di fare ‘solo’ due note). Inizialmente il Mestre ha usato il suo strumento nel modo in cui lo usa di solito. Più tardi io stessa ho suggerito un modo differente di alternare le due note, in maniera che fungessero anche da accompagnamento melodico al canto. Che dire? Il risultato è a dir poco irresistibile, non toglie nulla al testo, né all’armonia del brano, anzi la enfatizza, e inoltre Mestre Canhao ha trovato molto interessante l’alternanza delle note che gli è stata proposta e probabilmente la utilizzerà anche nella Capoeira. La ‘contaminazione musicale’ è pertinente quando non si toglie nulla all’origine ma si trova il respiro comune”.
Ma le somiglianze e i punti di incontro non finiscono qui, perché sia la pizzica sia la capoeira sono innanzitutto dei balli. “Nella nostra tradizione esiste la “danza scherma” spiega Cinzia Villani “si tratta di una danza che serviva a regolare i conflitti. Inizialmente gli uomini impugnavano dei veri coltelli e si sfidavano sul serio. Poi il duello è stato in qualche modo “sublimato”, forse anche per camuffarlo nel momento in cui accadeva in contesti non privati (la notte di San Rocco a Torre Paduli ad esempio), e allora sono le dita a simboleggiare i coltelli. La Capoeira ha una storia simile: nasce nei “quilombos”, accampamenti di schiavi africani ribelli che – in Brasile – scappavano dai loro padroni e si riunivano tra loro. La danza serviva a tenerli “allenati” per quando avrebbero dovuto combattere. Poi anche la capoeira ha subito delle trasformazioni e la parte del conflitto resta ma solo in maniera simbolica: è stata arricchita di movimenti, e oggi è molto conosciuta nel mondo e praticata anche dalle donne”.
LABORATORIO DI PIZZICA ore 18.30. Durata 2 ore
Per chi vuole avere qualche rudimento di ballo prima di buttarsi a ballare nelle notti delle danze salentine, questo piccolo laboratorio è quello che fa al caso.
Si tratta di una sorta di invito a un viaggio nella cultura, nelle tradizioni musicali e coreutiche del Salento. La pizzica-pizzica, la danza della festa, è il ballo dei nostri nonni espressione del mondo contadino. Il laboratorio parte dallo studio della storia del tarantismo e dei significati-simboli delle danze tradizionali salentine, per arrivare all’apprendimento della danza, nelle sue varie differenze stilitiche. A tenere il corso Franca Tarantino,