WELCOME…?
Se a volte si parla di immigrazione come un fenomeno di massa apparentemente lontano da noi, i film sono allora utili per farci immedesimare nelle storie di personaggi verosimili.
Un esempio ci viene offerto dal film “Welcome”, del regista Philippe Lioret, proposto nel settimo appuntamento del Cineforum del Trinchese al Cinema Elio di Calimera. I protagonisti sono Bilal, giovane curdo, che lascia il suo Paese alla volta di Calais, con l’intenzione di attraversare la Manica e Simon, un istruttore di nuoto, prossimo alla separazione dalla moglie.
Due personaggi diversi, le cui storie si intrecciano tra loro quasi in un rapporto padre-figlio, che elimina “a bracciate” la distanza tra i mondi lontani a cui appartengono e che identifica l’acqua come elemento comune,anche se per motivi differenti.
Inizialmente potrebbe sembrare una storia come tante altre, in cui si racconta di giovani immigrati che lottano in terra straniera per la sopravvivenza; in realtà è molto di più. Bilal lotta anche contro la famiglia della sua amata Mina, che da tempo si è trasferita in Inghilterra ed è stata promessa in sposa a un ricco cugino. È proprio il sentimento coraggioso di Bilal, a convincere Simon ad assisterlo, dapprima dandogli lezioni di nuoto e poi ospitandolo nella sua casa, sfidando le leggi sull’immigrazione contro coloro che aiutano i clandestini. Lo sfondo culturale della storia è proprio una Francia resa ancor più intollerante dalle leggi restrittive sugli stranieri volute dal governo Sarkozy.
Il film , ricco di momenti intensi , suscita profonde emozioni e presenta vicende e personaggi che colpiscono per la loro autenticità, offrendo non pochi spunti di riflessione. Innanzitutto sulla drammatica condizione degli immigrati che affrontano lunghi e pericolosi viaggi, in cui , molto spesso, perdono la vita e, al tempo stesso, sulle scelte politiche e sulle leggi di un’Europa sempre più chiusa e barricata rispetto a chi non può fare altro che fuggire dalla sua terra e insegue la speranza di una vita altrove.
A tale proposito, il pensiero non può non rivolgersi ad un passato non tanto lontano, in cui anche i nostri emigranti cercavano un “nuovo mondo”, quell’America dell’ ‘800 e del ‘900 che, allo stesso modo, li guardava con ostilità e diffidenza e, ancora una volta, guardando all’oggi, alla condizione dei “dreamers” , gli immigranti illegali arrivati negli Stati Uniti con i loro genitori quando erano solo bambini.
Per la prima volta si è visionata una pellicola francese che si è rivelata essere introspettiva, coinvolgente e più di altre ha saputo offrire un’accurata analisi delle emozioni ed una considerazione che forse ha unito molti dei giovani spettatori: non è dal “WELCOME” scritto sullo zerbino di casa che ci si dimostra veramente ospitali.
Francesca Pacella e Rita Calabro