Zollino: resoconto del seminario su Sergio Stiso
Questo articolo sarebbe dovuto uscire integralmente giorno 23 giugno, in coincidenza del seminario su Sergio Stiso a Zollino. Per motivi di spazio, purtroppo, è stato pubblicato solo una parte, nella rubrica “Cultura” di Quotidiano. Ve lo ripropongo perché, oltre che interessante, l’evento è stato importante per la scoperta di una personalità fin’ora del tutto ignorata. Mi riservo, in un altro momento, di pubblicare un ampio stralcio della relazione di Francesco Giannachi, ricercatore dell’Università del Salento, nonché apprezzato promotore e relatore dell’incontro. Fe.Du.
Con la giornata di studio dedicata a Sergio Stiso, giorno 23 giugno, l’anno dedicato all’ umanista e grecista vive uno dei momenti culturali più interessanti. “Chaos non capit lucem” ( il caos non oscura la luce) era scritto a mo di motto della sua scuola su un’architrave della finestra della sua casa, ora inesistente. Vissuto a Zollino a cavallo dei secoli XV- XVI, si era istruito presso il monastero otrantino di San Nicola di Casole. Dimenticato per decenni e sconosciuto ai più, si deve ad un giovane ricercatore di Soleto, Francesco Giannachi, la riscoperta del grande maestro la cui scuola, in quegli anni, aveva varcato i confini nazionali. Da qui il titolo del seminario: “Sergio Stiso: Il maestro e la sua scuola”.
Suoi allievi sono stati famosi studiosi e personalità illustri. Quali Matteo Tafuri, di Soleto; Nicolò Majorana, di Melpignano, divenuto poi vescovo di Molfetta e custode della biblioteca vaticana; Aulo Giano Parrafio, di origini calabresi, umanista di grande rilievo; Nicola Petreu, della Dalmazia. La fama di grande studioso era conosciuta in tutta Italia. Tanto che Lorenzo dei Medici mandò un suo bibliotecario, Giano Lascaris, a visitare la scuola di Zollino, e prendere visione dei libri che Stiso era riuscito a salvare dall’incendio che i turchi, nell’assalto al monastero di Casole, nel 1480 (ora sono custoditi presso la biblioteca Medicea di Firenze). “Stavo effettuando ricerche sull’insegnamento del greco in età bizantina”, spiega Giannachi, “rivolgendo uno sguardo sul mio territorio e mi sono imbattuto nella figura di Sergio Stiso, la personalità più significativa della ricerca”.
Presentato all’amministrazione lo studio, ha mosso subito i primi passi l’idea di dedicare un anno intero di studi alla riscoperta del suo cittadino più illustre. Una conferenza di presentazione dell’iniziativa è avvenuta in paese il marzo scorso. E’ seguito un viaggio del ricercatore in America- a Washington- invitato dalla Rsa (un’associazione che studia il rinascimento culturale italiano)- per illustrare la figura del maestro zollinese. Oggi, quasi a prendere possesso dell’eredità culturale dell’umanista prende parte al seminario la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Salento. Accolti dall’assessore alla Cultura e promotore dell’iniziativa, Antonio Chiga,e dal sindaco del paese, Francesco Pellegrino, a porgere i saluti agli ospiti, interverrà anche il Preside della Facoltà salentina di Lettere e Filosofia, Rosario Coluccia; Giovanni Tateo, Direttore del dipartimento di Studi umanistici dello stesso ateneo. La figura del grecista sarà messa sotto la lente di ingrandimento dagli interventi di noti studiosi quali Luigi Silvano, de “La Sapienza”, di Roma; Paolo Pellegrino, dell’Università del Salento; Luigi Manni. Lo stesso preside della facoltà salentina, Coluccia, presiederà la sessione pomeridiana sul tema “Scuola e scriptorium di Sergio Stiso”.
Alle varie sezioni di studio saranno dedicati gli interventi di Daniele Arnesano, Luana Rizzo, Antonio Montinaro, Gino Di Mitri, tutti dell’Università del Salento; Vito Castrignanò e Marco Maggiore( della Sapienza).
Fernando DURANTE